28 ottobre...


... è il giorno dell'incipit del mio romanzo
[quante volte nella mia vita avevo immaginato di scrivere un libro? molte, e non sono stati solo speranza o desiderio realizzato: è diventato un impegno, nei primi tempi e per i primi volumi di storia è stato un lavoro vero e proprio, costato fatica e prodigo di soddisfazioni. Poi lui, il mio libro anche se non la mia prima scrittura, quasi non ci credevo - mi capita sovente - ma è piaciuto a tanti]
è il giorno di un evento importante che l'incipit riscrive
[oggi, posso dire, festeggerò con la serenità che meritiamo]
è il giorno in cui è nato Pedro, protagonista del libro. Mi manca, mi strazia ogni istante non poterlo più stringere e accudire, osservare, capire. Gli parlo sempre, anche così, lo so che mi sta accanto lo stesso
è il giorno in cui ho visto Giatt in una foto sul telefono di un altro
[non ho resistito, senza conoscere il motivo che ora mi è chiaro: buffo, matto, così, geloso, pieno di paure, una carta assorbente di amore che restituisce in ogni sguardo. Il nostro diventare trinomio  non è stato semplice, oggi ne è parte indispensabile: è la gioia, la cura, il senso del vivere
ricordo come lo immaginavamo appoggiati alla balaustra verde del piazzale davanti al mare, quel giorno reduce da una burrasca che non si era ancora allontanata, in una Levanto in ottobre che è sempre più parte essenziale della mia vita: da qui ero sempre partita controvoglia, oggi ci resto].