Lo studio ha occupato gran parte della mia vita, iniziata nel 1956 a Milano, nel quartiere chiamato Città Studi perché sede del Politecnico, di altre facoltà scientifiche e della scuola Leonardo da Vinci, dove ho frequentato le elementari e dove insegnava mia madre. Anche mio padre insegnava, diritto economia politica e scienza delle finanze, negli istituti tecnici della città: Verri, Cattaneo, Schiaparelli. Si può dire che i nomi e le istituzioni della cultura milanese e lombarda mi abbiano accolto, accompagnato e indirizzato - chissà? - nella scelta del settore di ricerca.
Il corso di laurea in lettere moderne si è concluso con una tesi in Storia contemporanea, preludio a una serie di approfondimenti su uomini e istituzioni della società e della politica milanesi tra Ottocento e Novecento. Di recente, qualcuno mi ha chiesto dove ho trovato il tempo per curare tutte quelle pubblicazioni. L'ho rubato a me stessa, utilizzando ogni ritaglio di quello libero dal lavoro: l'insegnamento di lettere nella scuola media inferiore.
Serietà e senso del dovere, instillati dai miei genitori con il loro esempio, mi hanno tenuto in cattedra a lungo, nonostante avessi ben chiaro che l'insegnamento non era la mia strada. A volte capita di restare invischiati, privi della capacità di uscire da situazioni poco consone, nelle quali si sente di essere in conflitto con se stessi e con quanto di più prezioso ci è stato insegnato: essere signori della propria coscienza e della propria volontà; rispettare il motto impresso sullo stemma, riprodotto nel ciondolo che porti al collo.
Il destino mi ha dato una mano a guardare il mio presente e soprattutto il possibile futuro con un altro ordine di priorità. Così, ho simbolicamente e concretamente preso la cattedra da sotto, a due mani, mi sono alzata e l'ho ribaltata, mandando tutto all'aria, con un gesto di ribellione imprevedibile, che credo nessuno mai si sarebbe aspettato da me; è stato come alleggerirsi in un attimo, come uscire da un labirinto, come Icaro. Però, che senso meraviglioso di leggerezza, liberazione e libertà provare a volare usando la consapevolezza e l'esperienza degli anni per ascoltare, su frequenze tutte tue, la voce di tuo padre che non giudica, non ammonisce, non sgrida, non addita, solo suggerisce e conforta.
Sono fiduciosa e leale, molto permalosa, non conosco l'invidia e questo mi dicono sia un grave difetto. Spesso sto meglio da sola, con il mio cane, i miei libri, la musica, i dvd di rappresentazioni teatrali o le puntate di vecchi sceneggiati Rai. Mi piace anche il silenzio. Vivo per mia fortuna in un posto silenzioso, direi bucolico, come da bambina immaginavo e non è un posto qualsiasi, ma quello - in riva al mare - che ha ospitato quasi tutte le estati della mia vita: per questo ho parecchi grazie da rivolgere a chi lo ha reso possibile, e anche a me stessa. I capelli ora sono corti e bianchi, il fisico invecchiato, ma solo quello.
©Amelia Belloni Sonzogni