Direi di sì, almeno, io ci ho provato
e i pareri sulla mia "Interpretazione storica di un progetto civile" sul Rotary di Milano (1923 - 1993) me ne hanno dato riscontro.
Il prof. Giorgio Rumi, con cui mi sono laureata e che ha scritto le prefazioni di quasi tutti i miei libri, si complimentò con me in termini che cito a memoria da una nostra conversazione a riguardo: "Dopo questo libro, potrebbe anche smettere e non scriverne più. I miei complimenti". Dichiarazione lapidaria, per lui, così parco di elogi.
Fu un periodo di lavoro intensissimo per consultare l'archivio del club, verificare la presenza di documenti negli Archivi di Stato, leggere bibliografia in argomento, scrivere in totale libertà. I soci decisero infatti di non rilasciare interviste per non correre il rischio di influenzare la mia disamina delle fonti documentarie e lasciarmi totalmente libera di articolare la mia interpretazione, scevra da qualsiasi intento agiografico.
Ricordo che i rotariani coinvolti nel progetto si informarono sui tempi previsti, preoccupati di giungere puntuali all'anniversario. In particolare, il dott. Bastia mi chiese quale strumento utilizzassi per la redazione del testo e allibì alla mia risposta: una macchina per scrivere. Nel giro di qualche ora mi inserì in un corso breve e intenso in cui imparai a usare un personal computer. Il sistema operativo era ancora "Dos", preistoria. Ebbi la possibilità di acquistare la piccola macchina, bianca e portatile, su cui avevo imparato a digitare e passai tutta l'estate al lavoro, ma arrivai in tempo. Debbo quindi a lui e al Rotary di Milano centro la mia relativa dimestichezza con un mezzo ormai vitale.
La Sala napoleonica del Circolo della Stampa - confesso - mi mise soggezione. I nomi in quel momento storico rilevanti della scena politica e imprenditoriale della città e del Paese erano riuniti a festeggiare il loro club rigorosamente maschile, ma ero io "la storica ufficiale del club". Come tale mi aveva presentato il prof. Jaeger, presidente allora in carica, alla riunione conviviale del martedì (9 marzo 1993).
E la sera della presentazione - ospiti il presidente del Senato Giovanni Spadolini e tra gli altri Ardito Desio - ero l'unica donna presente, oltre a due signore rappresentanti del Rotaract.