una presentazione mancata
Nel giro di pochi mesi ero riuscita a consultare e tradurre - erano scritti in francese - quasi sessant'anni di verbali, leggere una bibliografia rilevante su un argomento come quello della storia di radio e televisione al confine tra storia e sociologia, con infiniti agganci ad altri settori di ricerca.
Il Prix Italia era - ed è - un concorso per opere radiofoniche, televisive e più recentemente del web; per scriverne una storia compiuta sarebbe stato più che utile poter utilizzare documenti audiovisivi, ma purtroppo non esisteva un archivio organizzato delle opere che avevano partecipato al concorso. Non ho trovato nulla da poter visionare o ascoltare, a parte qualche eccezione. La ricostruzione storica non si sarebbe potuta basare su quello.
Avevo dunque sopperito al vuoto documentale importante, tornando alla carta - verbali delle riunioni dei soci, testi delle relazioni ai convegni - e alle fonti orali con le interviste a chi era ancora in vita e disponibile a raccontare una vicenda ricca di risvolti. Non posso dimenticare la squisita e affabile cortesia di Alvise Zorzi.
Per le caratteristiche che avevo individuato, provai ad immaginare il Prix Italia come una sorta di diplomazia mediatica internazionale e, in base ai documenti consultati, a ricostruirne la linea editoriale.
Il libro sarebbe dovuto uscire entro il 2004, anniversario dei 50 anni della televisione. Erano pronte le bozze, prevista una traduzione in inglese, prenotata una sala per la presentazione.
Tutto sfumò.
Nel 2008, in occasione dei 60 anni del concorso, decisi di regalarmi la pubblicazione di questo lavoro, perché lo meritavamo, io e quel che avevo scritto. Si celebrava un anniversario importante ed era logico pensare alla storia di un premio tanto singolare. Possibile che non se ne fosse indagato il passato?